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05.07.2012
La sicurezza: dalla vita quotidiana al terremoto, come si affronta?

Diversi articoli del modo web e non solo riportano un tema a noi caro e di cui purtroppo non se ne parla mai abbastanza: la sicurezza delle persone con disabilità in caso di terremoto, ma vorrei aggiungere in caso di alluvioni, in caso di incendio e, senza essere catastrofisti, nella normale vita quotidiana, ecc.

Quanto la tecnologia ha investito su questo tema, quanto le politiche dell'abitare hanno tenuto conto della sicurezza e soprattutto, come si affronta, se si affronta, una programmazione per il soccorso delle persone più deboli, più vulnerabili situate all'interno di un edificio, di una città o un territorio poco abitato? Eppure basterebbe per un comune, dotarsi di un elenco aggiornato delle persone con disabilità e fornire i dati alla Protezione Civile.
I comuni sono ormai tutti dotati di GIS, ovvero carte georefenziate in cui si evidenziano impianti sotterranei, pali della illuminazione, tombini e segnaletica, cassonetti e panchine, ma le PERSONE?
Spesso ci si sente dire che si tratta di dati sensibili e quindi soggetti alla privacy, ma quanto vale la privacy e quanto la sicurezza e l'incolumità del cittadino?

Crediamo che ogni cittadino che si sente penalizzato in caso di eventi catastrofici come lo è stato il terremoto in Emilia, farebbe volentieri a meno della propria privacy se sa che da lì a poco un soccorritore arriverà a prelevarlo.
Altro tema poco affrontato dal punto di vista progettuale e che riguarda in particolare gli edifici pubblici o privati aperti al pubblico, sono i luoghi statici e sicuri.

Quanti di questi abbiamo avuto il piacere di vedere? quanti di questi sono, se ci sono, accessibili e raggiungibili per una persona con disabilità motoria, o sensoriale o cognitiva? Eppure in un grande palazzo, in caso di evacuazione delle persone, forse non basta una poltroncina guidata da un responsabile della sicurezza al piano, forse deve cambiare la logica costruttiva degli edifici di una certa dimensione e la tipologia delle scale antincendio che, su ogni pianerottolo di sbarco potrebbero prevedere con estrema facilità nicchie protettive per persone che non potendo raggiungere i luoghi sicuri con una certa velocità, potrebbero in realtà e senza ostacolare altri, attendere i soccorritori, all'interno di questi spazi.

La mia è una personale provocazione per iniziare un confronto tecnico-progettuale sul tema della sicurezza e per evitare che, ancora una volta, i buoni principi rimangono solo sulla carta.


di Leris Fantini




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